Il primo autore che ideò e iniziò ad utilizzare il Genogramma familiare fu Bowen (1979), il suo obiettivo era quello di andare a indagare ed approfondire la storia familiare delle diverse generazioni. L’autore durante le sedute terapeutiche, era consapevole che nonostante si trovasse di fronte a un individuo solo o una coppia, in realtà, vi era molto di più in quanto le persone dinnanzi a lui avevano all’origine una storia familiare di generazioni che li condizionava e che era opportuno approfondire. Bowen quindi inizia a occuparsi della famiglia da una prospettiva multigenerazionale cercando di esplorare come le generazioni precedenti influissero sulla vita di quelle presenti e quindi inizia a mettere al centro del proprio lavoro la famiglia d’origine dell’individuo.
Lo strumento del Genogramma serve proprio ad andare ad osservare i vari legami e le storie della famiglia d’origine nel trigenerazionale infatti questo strumento attraverso una rappresentazione grafica va a sviscerare le dinamiche famigliari di almeno tre generazioni (nonni, genitori e figli).
Il Genogramma viene solitamente rappresentato graficamente attraverso simboli predefiniti che indicano i legami di parentela, la tipologia di relazione, il sesso dei membri della famiglia e le date significative (Kerr & Bowen, 1988). Questa rappresentazione consente ai soggetti di avere una visione immediata e complessiva del proprio albero genealogico. Inoltre, la costruzione del Genogramma è accompagnata da racconti che assumono un forte valore terapeutico, stimolando l’emersione di contenuti inconsapevoli e portando alla luce connessioni spesso celate o rimosse all’interno delle famiglie (Leporatti, 2020). In alcuni casi, al paziente viene richiesto di portare fotografie significative, che possono affiancare e arricchire i racconti emersi.
Il Genogramma è ampiamente utilizzato in terapia perché permette una ricostruzione grafica della famiglia d’origine, favorendo riflessioni sui legami di attaccamento e sui comportamenti che tendono a ripetersi, radicati nelle generazioni precedenti e riconducibili alla propria storia familiare.
Si configura, dunque, come uno strumento tipico della psicoterapia sistemico-relazionale, estremamente utile e interessante, in quanto consente di approfondire le proprie origini e, di conseguenza, di conoscere più a fondo se stessi.
Bibliografia
Bowen, M. (1979). Dalla famiglia all’individuo. Roma: Astrolabio.
Kerr, M. E. & Bowen, M. (1988). La valutazione della famiglia. Trad. It. Roma: Astrolabio, 1990.
Leporatti, C. (2020). Manuale d’uso i colori della luce. Uso di immagini d’arte nella clinica e nella relazione d’aiuto. Bologna: In riga edizioni.



