Troppo giovani per essere stanchi? Il burnout adolescenziale

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di burnout adolescenziale, un fenomeno che fino a poco tempo fa si associava esclusivamente al mondo del lavoro. Eppure, oggi sono sempre più numerosi i giovani che mostrano segnali di stress cronico, esaurimento emotivo e perdita di motivazione. La pressione scolastica, le aspettative familiari, il confronto sociale online e la paura di fallire creano un terreno fertile per il malessere psicologico, anche in età molto giovane.


Il termine burnout indica uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da stress prolungato e da richieste percepite come eccessive. Negli adolescenti, questo stato si manifesta in modo diverso rispetto agli adulti. Non è legato solo al lavoro, ma spesso alla scuola, alle relazioni e all’identità personale.


Gli adolescenti in burnout si sentono svuotati, demotivati e incapaci di reagire alle sfide quotidiane. Hanno la sensazione di “non farcela più”, anche di fronte a compiti semplici o attività che prima li appassionavano.

Le cause principali possono essere:


  1. Pressione scolastica e aspettative: il sistema scolastico, spesso competitivo e orientato alla performance, può generare una costante sensazione di inadeguatezza. Le valutazioni continue e la paura di deludere genitori e insegnanti diventano fattori di stress cronico.
  2. Sovraccarico di stimoli e iperconnessione: la vita digitale espone i giovani a un flusso continuo di informazioni, notifiche e confronti sociali. La mancanza di pause reali contribuisce a un senso di affaticamento mentale costante.
  3. Difficoltà relazionali e identitarie: l’adolescenza è una fase di costruzione del sé. Quando mancano punti di riferimento solidi, o si vive in ambienti familiari o sociali poco supportivi, la vulnerabilità emotiva aumenta.
  4. Mancanza di sonno e tempo libero “vero”: ritmi serrati, attività extrascolastiche e uso serale dei dispositivi elettronici compromettono la qualità del riposo. Senza un adeguato recupero, il cervello non riesce a rigenerarsi, amplificando la stanchezza psicologica.


Riconoscere i sintomi del burnout adolescenziale è fondamentale per intervenire precocemente. Tra i segnali più comuni ci sono:

  • calo del rendimento scolastico e della concentrazione;
  • irritabilità, apatia o scoppi d’ira immotivati;
  • difficoltà nel sonno o nell’alimentazione;
  • perdita di interesse per attività prima gratificanti;
  • sensazioni di vuoto o di distacco emotivo.


Affrontare il burnout adolescenziale richiede un approccio integrato che coinvolga famiglia, scuola e professionisti della salute mentale.

  • Ascolto e comunicazione: creare spazi di dialogo autentico in cui l’adolescente possa esprimere le proprie difficoltà senza paura di giudizio.
  • Rivalutazione delle priorità: ridurre la pressione legata alla performance e promuovere un equilibrio tra studio, riposo e tempo libero.
  • Educazione emotiva: insegnare la gestione dello stress, la consapevolezza emotiva e l’autoregolazione.
  • Supporto psicologico: in caso di sintomi persistenti, rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta specializzato.

Il burnout adolescenziale è un segnale d’allarme sociale che invita adulti, educatori e istituzioni a riflettere sul modello di vita che stiamo trasmettendo ai più giovani. Riconoscere la stanchezza emotiva non significa debolezza, ma consapevolezza. Prevenire è possibile: serve una cultura del benessere che valorizzi il riposo, l’autenticità e l’ascolto, prima che la stanchezza diventi silenzio.