Nel panorama delle relazioni affettive, alcune unioni diventano terreno fertile non per la crescita, ma per la sofferenza. Il modello sistemico-relazionale, una delle cornici teoriche più utilizzate in psicoterapia familiare e di coppia, considera la relazione amorosa come un sistema in continua evoluzione, in cui i partner si influenzano reciprocamente in profondità. In questo contesto possono emergere legami funzionali, basati su rispetto e scambio autentico, ma anche connessioni disfunzionali che intrappolano i partner in dinamiche ripetitive e dolorose. Tra queste, una delle più complesse e logoranti è ciò che viene definito “legame disperante”.
Cosa si intende per legame disperante?
Il termine descrive un tipo di relazione in cui uno o entrambi i partner vivono una condizione cronica di frustrazione e impotenza, senza però riuscire a interrompere il legame. È una relazione contraddittoria: fonte di sofferenza, ma allo stesso tempo difficilmente abbandonabile. Al suo interno, spesso convivono bisogni emotivi insoddisfatti, paure radicate nel passato e modelli relazionali interiorizzati fin dall’infanzia.
Chi vive un legame disperante si trova intrappolato in un ciclo che si autoalimenta: si spera che le cose possano cambiare, si tenta di salvare l’altro o la relazione stessa, ma ogni sforzo finisce per riaprire vecchie ferite. Le emozioni prevalenti sono la delusione, la rabbia, il senso di inadeguatezza e l’abbandono.
Le dinamiche tipiche del legame disperante
Sebbene ogni relazione abbia una propria storia, ci sono elementi ricorrenti che possono indicare la presenza di un legame disperante:
- Conflitti persistenti e ricorrenti, che si ripresentano ciclicamente senza mai trovare una vera risoluzione.
- Dipendenza emotiva, spesso accompagnata dalla paura di perdere l’altro anche quando il rapporto è chiaramente fonte di disagio.
- Alternanza tra idealizzazione e svalutazione, in un continuo passaggio tra momenti di vicinanza e fasi di esasperazione emotiva.
- Comunicazione inefficace, dove si parla molto, ma si resta inascoltati o fraintesi.
- Solitudine relazionale, in cui si ha la sensazione di essere insieme ma emotivamente distanti.
- Timore dell’abbandono o del fallimento, con radici profonde in esperienze infantili o relazionali pregresse.
Perché si crea un legame disperante?
Alla base di queste dinamiche si trovano spesso vissuti di deprivazione affettiva o ambienti familiari disfunzionali. Chi è cresciuto in contesti emotivamente instabili, critici o in cui l’amore era condizionato, può sviluppare modelli interiori che lo spingono, da adulto, a ricercare inconsciamente dinamiche simili. Si tratta di una forma di “lealtà invisibile” verso ciò che è stato appreso nei primi anni di vita: un tentativo, spesso inconsapevole, di riparare ferite antiche attraverso il presente.
Il ruolo della terapia sistemico-relazionale
Intervenire su un legame disperante non significa trovare un colpevole. L’approccio sistemico-relazionale si concentra piuttosto sull’osservazione della danza relazionale tra i partner. Attraverso il percorso terapeutico, la coppia può:
Acquisire consapevolezza delle proprie dinamiche relazionali.
Comprendere i bisogni emotivi sottostanti ai comportamenti disfunzionali.
Interrompere i cicli ripetitivi che alimentano il malessere.
Valutare con maggiore lucidità e autonomia se ricostruire la relazione su basi più sane o affrontare una separazione consapevole.
Non tutte le relazioni che fanno soffrire sono destinate a finire. Tuttavia, riconoscere la natura di un legame disperante è il primo passo per uscire dall’impasse. Affrontare con coraggio le proprie ferite, aprirsi al cambiamento e, se necessario, farsi accompagnare da un professionista, può fare la differenza tra una vita emotiva stagnante e la possibilità di riscoprire il benessere nelle relazioni.



